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Nella prima mattina di sabato 23 ottobre, l’Etna riparte in grande stile.

Il cratere di Sud Est dava segnali di inquietudine già da molti giorni, con tremore in aumento e piccole fontanelle di lava visibili durante la notte. Tutto è stato accelerato nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 fino alla partenza dell’ennesimo (forse 52° ? ) evento eruttivo del grande vulcano siciliano.

densa nube di scorieLa scarsa visibilità rende ancora problematico capire cosa sia successo in quota. Al di là delle notevoli fontane di lava e della colonna di cenere e lapilli che si è riversata sul versante nord (tra Sant’Alfio e Taormina), sono stati notati numerosi crolli. I vulcanologi hanno contato più di un flusso piroclastico, tutti in contemporanea, altri se ne sono ripetuti nelle ore seguenti.

I flussi piroclastici sono solitamente frane causate dal collasso di parti del cratere oppure dalla apertura di nuove bocche. Si sono aperte nuove fratture nel gigantesco corpo del Cratere Sud Est? Ci sono stati crolli dalla sua struttura? Il cratere protagonista di questa annata di grandi eventi ha triplicato la propria dimensione proprio grazie a tante eruzioni continue e ha superato perfino il record di altezza detenuto dal cratere Nord Est.

Cosa sia avvenuto è presto per dirlo. Nelle prossime ore sapremo. Il parossismo intanto va ancora avanti. Aggiorneremo man mano che gli esperti dell’INGV daranno notizie più precise. (foto G Musumeci)


Autore: Grazia Musumeci