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L’Etna è uno dei pochi luoghi di Sicilia in cui ancora resistono e persistono bellissimi boschi. Purtroppo gli incendi estivi ne danneggiano parecchi ogni anno, ma soprattutto sul fianco nord e su quello occidentale le pinete, le faggete e i boschi di ginestra rimangono a proteggere il terreno e quel che produce.

In Sicilia, ultimamente, le piogge arrivano all’improvviso e in modo copioso e violento, per lo più tra settembre e novembre. Un periodo breve ma carico d’acqua che, insieme all’arrivo dei primi freddi, favorisce il proliferare dei funghi, in particolare sull’Etna. E sono tanti, ogni anno, gli appassionati che lasciano le case di buon mattino per andare alla loro ricerca. Se volete essere tra questi, ecco come fare.

I cercatori di funghi in Sicilia

Per prima cosa, bisogna rispettare le regole. Noi possiamo portarvi nei posti dei “fungaioli” come turisti, ma non potrete raccogliere nulla se non fate parte dell’elenco ufficiale degli esperti micologi etnei.  Per prima cosa occorre frequentare un corso di formazione, per conoscere bene i funghi e le loro caratteristiche. Alcuni sono velenosi e mangiarli per errore potrebbe essere fatale. Il corso di formazione deve essere superiore alle 12 ore e a seguito del superamento dell’esame si ottiene il tesserino di micologi. Possono conseguirlo tutti coloro che hanno già compiuto 14 anni.

Dove raccogliere i funghi sull’Etna

funghi etna 2I “fungaioli” hanno sempre un loro posto segreto che non riveleranno mai a nessuno, ma qualche volta le voci superano le barriere dei divieti e diventano di dominio pubblico. Sappiamo, così, che uno dei luoghi migliori per raccogliere funghi sull’Etna è Località Giarrita – a 10 km da Fornazzo di Milo, nei pressi del Punto Base 16 di Case Pietracannone.

Meno famosa ma altrettanto battuta è la strada che da Zafferana Etnea sale verso la radura dell’Ilice Carrinu, un antico leccio centenario intorno al quale si possono trovare funghi commestibili. Sono ottimi luoghi di raccolta anche Bosco Monte Minardo, sul lato ovest vicino Bronte, e la pineta di Linguaglossa a Etna Nord.

I funghi tipici dell’Etna

Ma quali funghi si possono raccogliere sul vulcano più alto d’Europa? Diverse tipologie, sicuramente. Ma attenzione! Se li raccogliete voi non avrete problemi a riconoscerli con il loro nome (chiodini, porcini, ovoli) ma se chiedete a qualche fungaiolo locale potreste non raccapezzarvi. Perché i funghi dell’Etna hanno dei nomi siciliani ben precisi.

E allora il porcino diventerà Lardaru, il chiodino Fùnci i Cerza, l’ovolo buono è Fùnci d’Ovu, mentre il Fùnci i Zappinu è il pinerolo. Sull’Etna si trovano anche le Macrolepiota Procera che qui si chiamano Cappiddini, e ancora Ruseddi (sanguinacci), Cricchi i Jaddu (galletti) e i Ferra (funghi ferla). Attenzione ai funghi velenosi. Riconoscerete sicuramente le pericolose Ammanite (qui chiamate Fùnci i Cani).

Se però doveste incontrare un Boletus Iuridus, il tossico Mussu i Voi (muso di bue), sappiate che potrete ancora mangiarlo – se imparerete a trattarlo in modo da renderlo commestibile. Sull’Etna  questo fungo si sa cucinare e si può mangiare volentieri. Nessun pericolo di confonderlo col gemello mortale Boletus Satanas, quasi identico nella forma ma tipico dei suoli calcarei – dunque inesistente sull’Etna, dove il suolo è soltanto lavico. (Le foto sono di Grazia Musumeci)


Autore: Grazia Musumeci