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Siete sull’Etna nel periodo di Natale e tutto ciò che desiderate, oltre a fare trekking sulla neve del nostro magnifico vulcano, è assaggiare le prelibatezze locali. Un territorio come l’Etna offre tanto in ogni stagione e a volte anche oltre. Per Natale, dolci buonissimi si trovano un po’ ovunque e, anche se in ritardo di qualche mese, potreste ancora trovare in giro la deliziosa mostarda.

Attenzione! La mostarda non è … mostarda!

In Italia, con il termine “mostarda”, si intende “mosto ardente” (mustum ardens) ed è quasi sempre un piatto dolce. Il fatto che sia “ardente” si spiega in due modi: la presenza di alcune spezie che danno un sapore più intenso al mosto oppure il fatto che per togliere l’acido del mosto di base si usasse la cenere calda.

Certamente la mostarda italiana non ha nulla a che vedere con quella americana, direttamente derivata dalla tradizione culinaria inglese e francese (moutarde, mustard) che la vede invece più piccante e adatta al salato. La nostra mostarda quindi non è quella che si spalma sul panino insieme al ketchup!

Storia della mostarda

La cottura del mosto è una pratica che esiste da sempre in Italia. I Romani la conoscevano, la gente la usava anche nel primo Medioevo … quando assunse caratteristiche più piccantine. Nel nord Italia la mostarda si diffonde nel XVII secolo, tra Cremona e Vicenza. Nel sud arriva un po’ di tempo dopo e subito assume una caratteristica diversa, molto più dolce e delicata. In particolare in Sicilia, la mostarda si prepara restringendo, tramite bollitura, il mosto d’uva; quindi, dopo che si è raffreddato, vi si aggiunge amido o farina. Si cuoce di nuovo a fuoco medio, rimescolando spesso. Si cola quindi negli stampi e si aspetta che freddi. Vi si possono aggiungere frutta secca, uvetta e spezie (chiodi di garofano, cannella) oppure una ventata di zucchero a velo.

Varietà di mostarda

La mostarda siciliana è tradizionalmente una mostarda di mosto d’uva, infatti si trova comunemente in giro in autunno, dopo la vendemmia. I mesi di ottobre e novembre sono quelli ideali per assaggiarla. Ma se ben conservata la si può gustare anche a Natale. In alternativa, oggi si possono produrre mostarde di fichi d’india, varianti che stanno prendendo sempre più piede nella tradizione.

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vendemmia – foto di G. Musumeci

Dove gustare la mostarda dell’Etna?

La mostarda dell’Etna si trova un po’ ovunque, perché tutto intorno al vulcano sorgono distese immense di vigneti. Alcuni centri però hanno una tradizione più radicata di altri.

Belpasso è “la capitale” della mostarda dell’Etna. La deliziosa cittadina situata sul fianco sud dell’Etna, patria già di ottimi torroni e di buonissima granita, vanta una tradizione di mostarde d’uva tra le più antiche di Sicilia. Un simpatico tour della mostarda etnea vi porterà da Belpasso a Militello Val Catania, altro centro che esalta la professionalità dei propri pasticceri nel produrre questo dolce. Sia a Militello che a Belpasso è molto facile trovare anche la mostarda di fichi d’india, data la coltivazione intensiva di queste piante nel territorio.

E certamente è patria della mostarda la cittadina di Linguaglossa, risalendo a Etna Nord, rinomata per i propri vini e per tutti i prodotti derivati dall’uva in generale, oltre che per i bellissimi e coloratissimi murales.

Un Natale dolce ai piedi del vulcano

Regalatevi quindi un Natale dolce ai piedi del vulcano. Alternate visite guidate, trekking avventurosi, ciaspolate nella neve a degustazioni e festival rilassanti. I dolci tipici del periodo sono le cudduredde (una pasta di mandorla a forma di ciambella condita con zuccherini e miele), le paste di mandorla e ovviamente i cannoli. Se trovate le mostarde, aggiungetele all’elenco. E godetevi, così, un’esperienza straordinaria.

Per la foto d’apertura sopra il titolo si ringrazia il  blog Scorzette.com


Autore: Grazia Musumeci