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Quando i catanesi vogliono insultare gli abitanti della vicina cittadina barocca di Acireale, con cui sono in rivalità da sempre, li chiamano “teste di trunzu” (teste di cavolo) e indicare la loro testardaggine, il loro essere duri di testa come il cavolo (trunzu) che cresce sul loro territorio.

Di fatto, insulti a parte, il trunzu di Aci è una delizia e vi consigliamo di assaggiarlo in una delle sue tante versioni se vi trovate a trascorrere qualche giorno, o qualche ora, nel bellissimo scenario di questo centro urbano.

Cosa è il trunzu di Aci

Il trunzu è in realtà quello che tutti conoscete come cavolo-rapa, un ortaggio più piccolo rispetto al cavolo normale e con rami molto lunghi dalle foglie larghe. A differenza del cavolo-rapa normale, quello che cresce sul territorio di

Acireale trunzu cavolo

Acireale assume una colorazione violacea dovuta alle proprietà della terra vulcanica. Cresce in abbondanza sui pendii della “Timpa”, il promontorio a picco sul mar Jonio dal quale si affaccia la città.

Che lo consumiate crudo oppure cotto, il trunzu possiede proprietà benefiche riconosciute e apprezzate dall’industria alimentare e da quella del commercio slow food: disintossicante, protettivo antitumorale, a sostegno del sistema immunitario grazie alla vitamina C. Si può raccogliere tra maggio e giugno oppure tra ottobre e novembre.

Come si può gustare

Il modo migliore per gustare pienamente il sapore di questo ortaggio è mangiarlo crudo, tagliato fine e condito come un’insalata – olio, aceto, sale, un pizzico di pepe. Ottimo per accompagnare le ricette a base di carne di maiale.

Gli abitanti di Acireale però amano mangiarlo anche bollito a condimento della pasta, con il completamento di un filo d’olio, oppure in forma di stufato. Di recente, la gastronomia locale lo ha inserito anche nella prelibata tavola calda: l’arancino al trunzu è davvero da non perdere!

Una sagra, un mito, una devozione

La Sagra del Trunzu di Aci si svolge da qualche anno ad Acireale, di solito in luglio, mese importante per la città perché celebra la santa patrona locale, Santa Venera. Se vi trovate ad Acireale in luglio, fermatevi il più possibile: il primo fine settimana potrete assaggiare il trunzu durante la famosa sagra, le domeniche del mese assisterete al carnevale estivo oppure ad altre manifestazioni di piazza.

Il 26 luglio ha luogo la solenne processione cittadina di Santa Venera e la bellissima festa barocca ad essa collegata. Acireale è anche la città del mito ovidiano di Aci e Galatea, i due sfortunati amanti divisi dal ciclope Polifemo e riuniti – sotto forma di fiume e di mare – da Zeus. Potete ammirarne la statua dal viale centrale del parco Belvedere.  (foto di Grazia Musumeci – in alto – e di Lasiciliainrete)


Autore: Grazia Musumeci