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L’Etna è un vulcano spettacolare da esplorare e conoscere in ogni sua forma e in ogni angolo. Ma esistono luoghi da cui l’Etna si può ammirare in tutta la sua pienezza, diventando un panorama unico e indimenticabile. Tra i paesi che circondano il vulcano e lo ammirano da una certa distanza c’è Roccella Veldemone (Messina). E non c’è soltanto da ora, ma da sempre.

La vallata intorno alla grande rocca da cui il paese prende il nome era abitata fin dalla preistoria e, con prove certe, dall’epoca Greco-Romana. Roccella ha cambiato nome decine di volte (Auricella, Rocchella, Roccella Mediterranea, Roccella di Randazzo …) ma è giunta ai nostri giorni portando con sé un ricordo dell’epoca normanna.

Roccella del Val Demenna

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photo: Giuseppe Tropea Medioevosicilia.eu

Subito dopo la dominazione araba, quando i cristiani  riconquistarono la Sicilia, il territorio rimase suddiviso politicamente in tre macro aree. Le avevano ideate i sultani orientali ed erano tre “valli”: Vallo di Mazara (a ovest), Vallo di Noto (a sud-est) e Vallo di Demenna (nord-est). Il Vallo di Demenna prendeva il nome da una località, forse una città, che si sviluppò e poi sparì prima dell’arrivo dei Romani sull’isola. Doveva trovarsi non lontano dalla attuale Alcara Li Fusi, in territorio oggi messinese.

Questo “vallo” fu il primo ad apparire sulle mappe arabe prima, bizantine poi. All’arrivo dei Normanni, nel Vallo di Demenna – nel frattempo denominato Val Demòna o Valdemone – si trovava il più alto numero di profughi cristiani. Per cui da qui iniziò la riconquista dell’intera isola. A quel tempo, Roccella non esisteva ancora ma esisteva un villaggio raccolto a valle attorno al convento di San Nicolò di Pillera. Quello sarebbe stato il primo nucleo del paese.

Roccella, il feudo normanno

La presenza di un convento favorì l’arrivo di nobili signori interessati alla terra intorno. E ben presto un castello venne costruito vicino al villaggio, garantendone la sicurezza e incoraggiando la popolazione a stabilirsi in quella zona. La grande rocca che sovrasta il paese era inoltre un ottimo punto di avvistamento e difesa, per questo l’abitato si trasferì sempre più in alto.

Roccella Veldemone divenne quindi un feudo baronale prima e, nel XVII secolo, sede di un marchesato. La famiglia dei marchesi Spadafora lasciò una impronta importante ed eterna nella zona, che ancora oggi si legge in alcuni stemmi e nei nomi dei quartieri. Ai nostri giorni Roccella è un paese che ha conservato intatto il suo aspetto medievale. Nonostante lo spopolamento tipico di molti borghi dell’entroterra, oggi è in ripresa. La sua relativa vicinanza a località come Solicchiata, Malvagna, Linguaglossa – le terre del vino! sta incoraggiando un nuovo turismo interessante. Che passa ovviamente anche dall’Etna.

Dall’Etna a Roccella

Se vi trovate a Etna Nord, sulle piste di Piano Provenzana oppure tra i boschi di pino di Ragabo, siete già in territorio di Linguaglossa. Potreste far rientrare Roccella Valdemone in un itinerario che si basa su panorami e … vino!

Le bellissime cantine vinicole che coprono il territorio tra Linguaglossa e Santa Domenica Vittoria saranno tappe di un percorso che, deviando a un certo punto, vi condurrà verso Mojo Alcantara e Malvagna. Da Malvagna, Roccella Veldemone dista appena 11 km, ovvero 20 minuti in macchina. Il territorio è pieno di curve, quindi non facile. Ma ogni curva rivela un panorama spettacolare! E infine c’è Roccella, il paese raccolto intorno alla sua rocca.

Qui potrete visitare: la bellissima chiesa madre di San Nicola di Bari. Di origine trecentesca, come dimostrano gli interni ancora in stile romanico, fu ricostruita nel XVII secolo con l’aggiunta di elementi barocchi. Il più evidente è la facciata, con un misto di pietra bianca e pietra lavica, affiancata da un campanile interamente di lava. La chiesa di Santa Maria dell’Udienza spicca per il campanile dalle forme arabeggianti che nasconde un mistero … una stanza piena di ossa umane, sigillata tra la torre e la sagrestia! La trecentesca San Michele Arcangelo è una delle testimonianze più antiche di Roccella.

Il centro storico, benché piccolo, è costellato di palazzetti baronali databili tra il 1500 e il 1800. In cima alla rocca, invece, sorge la chiesa del Calvario. Qui i condannati a morte ricevevano gli ultimi sacramenti prima di essere impiccati proprio ai piedi della parete rocciosa.

Nei dintorni di Roccella …

Nei dintorni di Roccella si possono esplorare diverse aree naturalistiche di incredibile bellezza. La bellezza però si lega ad altrettanta difficoltà di accesso, per via delle alte montagne e delle gole strette. L’Altopiano dell’Argimusco è facilmente raggiungibile, ma richiedono un impegno più serio percorsi come le rocche di Palazzolo oppure le gole Angara di Piristeri, scavate dal torrente Licopitru. Gli appassionati di trekking però ameranno arrivare anche alla Rocca Pizzicata (dove si ammirano grotte preistoriche) oppure al Bosco di Malabotta. L’Etna infine è parte del panorama che si scorge da ogni curva e da ogni angolo del territorio di Roccella.

Come arrivare

Per raggiungere Roccella Veldemone conviene seguire l’autostrada Messina-Catania A18, uscendo a Giardini Naxos e seguendo le indicazioni per Francavilla e Mojo Alcantara. Da qui poi troverete la segnaletica per Roccella. Chi si trova già sull’Etna scenderà da Linguaglossa, seguendo  la Statale 120, quindi in direzione Mojo Alcantara sulle provinciali SP 64 e SP 2.

L’aeroporto più vicino è Catania Fontanarossa. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Taormina-Giardini.  (LA FOTO SOPRA IL TITOLO E’ DEL FAI- Fondo Ambiente Italiano)


Autore: Grazia Musumeci