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È più facile vederle in primavera o in estate, quando la montagna è piena di turisti e di movimento. Ma spesso e volentieri si mostrano anche in inverno, spesso affamate e disperate, in cerca di qualcuno che voglia coccolarle un po’. Le volpi dell’Etna (video) sono il più grande predatore di terra rimasto sul vulcano da quando, nel tempo, si sono estinti lupi e cani selvatici. Ma questi splendidi animali stanno man mano perdendo il loro spirito da cacciatori per trasformarsi in bestiole quasi domestiche. Sono simpatiche, tenere, bellissime da ammirare. Ma non si dovrebbero mai, assolutamente, nutrire. Bisogna resistere ai loro grandi occhi gialli che sembrano supplicare e, anche se ci dispiace, passare oltre. Addomesticare l’ultima anima selvaggia dell’Etna è un errore imperdonabile.

La volpe e l’Etna

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foto di Rosario Catania-Etnaworld org

Erede di notevoli antenati, che un tempo popolavano tutto l’emisfero boreale, la “Vulpes Vulpes” è la tipica volpe rossa delle fiabe. Nella realtà, questa specie include altri 40 sottogruppi presenti un po’ in tutta Italia. Ogni specie si è adattata a un certo clima e a particolari regioni e la volpe dell’Etna è un esempio magistrale di tale adattamento.

Questi predatori sono sopravvissuti più di tanti altri al clima folle di una montagna che è anche un vulcano e che, quindi, oltre ai cambiamenti del tempo e delle stagioni include ostacoli e pericoli legati a gas e lava. La volpe dell’Etna ha imparato a trovar casa nelle taglienti rocce laviche, si è adattata alla micro fauna di prede locali, agli inverni e alle estati che – sul vulcano più alto d’Europa – non hanno un tempo preciso.

Il turismo intensivo che caratterizza questa montagna affascinante ha fatto sì che la volpe imparasse a condividere i propri spazi anche con l’uomo. Mangia i suoi avanzi, conosce i luoghi dei picnic e dei rifugi. Accetta sempre più spesso cibo direttamente dalle mani dei turisti, i quali amano nutrire le volpi che incontrano durante le escursioni. Ma questa è la mossa più sbagliata da fare.

La volpe dell’Etna e il rischio addomesticamento

Le volpi dell’Etna si trovano più facilmente sul fianco sud-est del vulcano. Non a caso, questa è la zona più turistica, frequentata in ogni stagione grazie alla migliore praticabilità delle strade e delle località. Ristoranti, botteghe di souvenir, agriturismi … non mancano i posti in cui uomo e natura coabitano. Le volpi lo sanno e ormai “attendono” i turisti al varco.

È impossibile resistere al loro sguardo, soprattutto quando le si incontra in un giorno freddo o sotto la neve. E viene spontaneo e naturale nutrirle con lo stesso cibo che mangiamo noi. Ma questo è sbagliato. Primo, perchè si stravolge la dieta tipica della volpe con cibi non adatti; secondo, perchè si abitua la volpe a fidarsi totalmente dell’uomo, a dipendere da lui, anche quando questo si avvicina per farle del male. Infine, abituando le volpi a mangiare cibo pronto le si spinge a perdere quell’istinto selvaggio per la caccia, che è la loro natura.

Anche se sono bellissime e se fanno simpatia, le volpi non vanno addomesticate. Bisogna resistere alla tenerezza e scoraggiarle dall’avvicinarsi. Bisogna salvare questo splendido predatore costringendolo a cavarsela da solo e a rimanere selvaggio e libero come è sempre stato.

Ammirarle nella natura

Se volete davvero fare del bene alle volpi dell’Etna accontentatevi di ammirarle mentre vivono libere nella natura. Riconoscerle è facilissimo. Hanno una corporatura simile a quella dei cani, ma un muso molto più vicino alla forma di quello dei lupi. Hanno un colore che va dal rosso, al giallo-arancio fino – a volte – al grigio e al bianco. Gli occhi sono rotondi, spesso di un colore a metà tra giallo e verde, oppure castano rossastro.

È un animale solitario, condivide i propri spazi solo con la compagna e i cuccioli, finchè questi ultimi non sono grandi abbastanza da andar via. I maschi sono cacciatori provetti ma sanno anche accudire la prole. Le femmine sono le regine della tana e la difendono con fierezza.

La volpe dell’Etna si nutre molto di frutti di bosco, uova di uccelli, animali di terra, piccoli roditori. Nella sua dieta rientrano anche rettili e alcuni tipi di insetti. Se il loro territorio è “inquinato” dall’uomo è naturale che la volpe impari anche a mangiare galline, uova di gallina e agnelli. Quello è il caso in cui si diffonde la credenza che sia un animale pericoloso, ma in realtà non lo è. E se lo si mantiene selvaggio eviterà di insidiare le attività umane.

A Urpi

Per la gente dell’Etna, specie per i naturalisti e per le guide del vulcano, la volpe è “a Urpi, termine dialettale che indica proprio questo animale.  Non si conoscono tradizioni o leggende legate alla volpe, in questa parte di Sicilia, ma in molte culture antiche questo animale era visto come un simbolo dell’aldilà. La volpe viene ad annunciare notizie dagli inferi, o accompagna le anime all’altro mondo.

Altre volte è vista come l’incarnazione delle divinità legate al caos. Tutte queste caratteristiche ben si legano a una montagna, l’Etna, anticamente vista come “porta dell’inferno” o sede del dio del tuono, della confusione, Efesto. E quindi non sarà un caso che ancora oggi, per fortuna, “a Urpi” è immagine della montagna più bella e misteriosa di Sicilia!


Autore: Grazia Musumeci