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Immaginate di aver trascorso alcune giornate meravigliose sul vulcano più bello d’Europa, l’Etna. Immaginate di aver già ammirato i suoi boschi, i suoi deserti lavici, i crateri fumanti e magari aver assistito a qualche fenomeno eruttivo. Con tanta pienezza negli occhi, siete adesso pronti a godervi qualche altra bellezza. Non per forza naturale, magari storica, o architettonica. Seguite con noi questo breve viaggio di una giornata dall’Etna a Noto Antica.

Verso Noto Antica, prima tappa: Siracusa

L’autostrada che collega l’Etna e i suoi centri abitati a Noto percorre tutta la costa orientale, attraversando piccoli e grandi centri che meriterebbero giornate intere di visite guidate. Non avendo il tempo di conoscere tutto, andremo a toccare alcuni dei monumenti più famosi. A Siracusa sarà d’obbligo un giro tra le antiche rovine del Parco Archeologico, ammirando il Teatro Greco, l’Orecchio di Dionisio, la Grotta del Ninfeo e l’anfiteatro di epoca Romana. Non prima di aver preso una ottima granita sull’isola di Ortigia, davanti alla fontana Aretusa. Oppure in piazza, ai piedi del bellissimo Duomo edificato sul Tempio di Minerva.

Una tappa ad Avola

Proseguendo verso sud, una tappa ad Avola è d’obbligo. Perché questa cittadina barocca oltre alla bellezza delle sue decine di chiese settecentesche offre anche una deliziosa gastronomia. Famosa per le mandorle, che qui sono prodotto di eccellenza, vi coccolerà con la VERA granita alla mandorla. O con le paste e i biscotti alle mandorle. E vi rallegrerà con il suo famoso vino, il Nero d’Avola! Tra una degustazione e l’altra, ammirerete le sue architetture. In modo particolare vedrete le rovine dell’antica tonnara e il misterioso Dolmen di Avola, una costruzione forse preistorica ritrovata nel 1961.

Noto barocca sulla via per Noto Antica

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Noto barocca nasce dalle rovine di Noto Antica

Alla fine dell’autostrada si esce proprio a Noto e si incontra per prima la città “moderna”. Che poi è moderna soltanto nelle sue periferie, perchè il meraviglioso centro storico è rimasto intatto dal XVIII secolo! Una esplosione di edifici di pietra chiara che cambiano colore a seconda delle ore del giorno. Palazzi di colore rosa al mattino, bianco abbagliante a mezzogiorno, dorato al pomeriggio,  abbelliti da balconi in ferro battuto, mascheroni scolpiti, campanili e portali.

Per visitare Noto ci vorrebbe almeno mezza settimana, esplorando ogni suo dettaglio storico. Ma lungo questo tragitto ammirerete soltanto i monumenti più famosi: il Duomo di San Nicolò, la chiesa di San Carlo, quella di San Domenico e quella si Santa Chiara. Godrete della visione spettacolare di Via Nicolaci con i famosi balconi sorretti da decine di maschere barocche. E i palazzi nobiliari (Palazzo Nicolaci, Palazzo Trigona, Palazzo Landolina Sant’Alfano…) tra cui il bellissimo municipio Palazzo Ducezio.

Le rovine di Noto Antica

Uscendo da Noto, verso nord, dopo 25 minuti di strada si raggiunge il sito dove un tempo sorgeva la vecchia città rasa al suolo dal sisma del 1693. Contrariamente a molti altri centri abitati, che hanno cancellato i vecchi siti o vi hanno ricostruito sopra, Noto è stata “spostata”. Così la vecchia città è rimasta abbandonata tra le campagne. Eterna testimone di un dramma immenso!

Tra le rovine di Noto Antica si possono ammirare: antichissimi resti di epoca Greca, una delle porte di accesso alla città (foto sopra il titolo, di Mboesch), i resti del Castello Reale, quelli delle carceri. Passeggerete tra i ruderi della Chiesa del Carmine, quelli della Chiesa dei Gesuiti, vedrete quel che rimane della chiesa di Santa Maria della Provvidenza. Sono tra l’altro visibili le rovine del nobile palazzo Landolina e parte delle antiche mura fortificate. Nei dintorni sorgono ancora grotte e catacombe che, all’epoca del sisma, erano abitate da contadini e povera gente. Nella Grotta del Carciofo si notano ancora simboli della religione ebraica, segno che una comunità giudaica era presente in città.

Fa impressione camminare per le vie di una città che è morta  trecento anni fa e che da allora ospita ricordi e fantasmi, tra le antichissime pietre. Percorrendola si può solo provare a immaginare quanto fasto e quanta bellezza fosse possibile ammirare per quelle stesse vie prima che il terremoto peggiore della storia di Sicilia cancellasse tutto per sempre. Eppure, se Noto Antica non fosse morta, oggi non esisterebbe quel gioiello del barocco mondiale che è l’attuale Noto.


Autore: Grazia Musumeci