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Ci fu un periodo, a metà del XVII secolo, che vedere l’Etna in eruzione era divenuto talmente normale che il vulcano con la fiamma sulla cima compariva ovunque: negli affreschi delle chiese, nei quadri delle famiglie nobili, nei simboli araldici … . Quel fuoco che illuminava la notte era ormai la quotidianità, durante l’eruzione più lunga della storia moderna del vulcano: quella del 1614-1624. Una intera generazione di catanesi è cresciuta, in quel periodo, con la lava nello sguardo e con la convinzione forse che quell’evento eruttivo sarebbe durato in eterno. Oggi, a ricordo di quello spettacolo, troviamo molte testimonianze geologiche sparse per il fianco nord dell’Etna. Tra cui la Sciara del Follone.

L’eruzione più lunga

La grande eruzione che ha caratterizzato la prima parte del XVII secolo ebbe inizio nel luglio 1614, come molte altre prima di essa erano iniziate. Sciami sismici, fratture localizzate e poi un ampio movimento che aveva spaccato il terreno sul fianco nord per chilometri, da 2550 metri in giù. Si erano formate delle bocche eruttive (i Monti Deserti) dalle quali erano fuoriuscite ricche colate di lava, formate da materiale insolitamente fluido che in alcuni punti creò vere e proprie sculture di “lave a corde”.

Quell’eruzione avrebbe cambiato per sempre non solo l’aspetto fisico del vulcano ma anche il rapporto dell’uomo con esso. Tra pause e riprese, infatti, l’eruzione del luglio 1614 andò avanti per ben dieci anni concludendosi soltanto nel 1624. Oltre un miliardo di metri cubi di lave ricoprirono la spaventosa superficie di 21 km quadrati. Vi furono anche numerosi ingrottamenti, con i fiumi di fuoco che sparivano sotto le croste solide e sbucavano più a valle.

Il miracolo è che in tutto questo tempo, e nonostante tanti fenomeni tutti insieme, nessun centro abitato fu mai distrutto da questa eruzione. Una volta spente le fonti a monte, e fermate le colate, quel che rimane oggi di quello spettacolo terribile sono veri e propri monumenti naturali.

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FOTO DI ivan testa etnanatura it

La Sciara del Follone e il Monte dei Morti

La Sciara del Follone è quel che rimane oggi di questa grandiosa eruzione. Si tratta di chilometri di lave nere che si intrecciano e si accavallano, formando canali e grotte e sculture eccezionali. Sopra e intorno cresce la vegetazione che le rende verdi e bellissime, specie in primavera, anche se resta difficile camminare o scalare queste distese di roccia.

Elemento di richiamo della Sciara del Follone è sicuramente il Monte dei Morti. Si tratta di un cumulo di lave a corde situato sopra i 1900 metri, dove la roccia contorta e ammassata ha assunto l’aspetto di corpi umani. Sembra insomma di vedere una catasta di cadaveri anneriti dal tempo (foto grande di Etnanatura.it). Sicuramente impressionante e affascinante a un tempo, meta preferita da molti escursionisti e anche dai turisti coraggiosi che non temono lunghe e faticose camminate.

Le grotte e i ghiacciai

Molte le grotte e le piccole cavità scavate dalla lava che si ritrovano camminando nella immensa Sciara del Follone. Bisogna sempre andare insieme a esperte guide escursionistiche e/o speleologhe perchè le grotte di scorrimento che qui si incontrano vanno esplorate in piena sicurezza.

Spiccano sicuramente Grotta del Diavolo, Grotta dei Lamponi e Grotta del Gelo ma anche la Grotta di Aci e quella del Lago valgono la visita. Grotta del Diavolo è la più contorta e tra le più profonde. Si perde in alcuni pozzi che scendono per metri, dentro le quali la lava ha formato immagini terrificanti (da cui il nome). Grotta del Gelo, a 2030 metri di altezza, è il “ghiacciaio più a sud d’Europa” perchè là dove un tempo scorreva il fuoco oggi si accumula la neve per mesi, formando colonne di ghiaccio che raramente si scioglie. Considerata fino a poco tempo fa l’unico ghiacciaio dell’Etna, oggi è stata affiancata da altre due grotte simili.

Grotta dei Lamponi è la più lunga grotta di scorrimento lavico dell’Etna, formata da diverse gallerie alcune delle quali superano i 200 metri di lunghezza. Il crollo di alcune parti delle calotte ha prodotto delle aperture che garantiscono aria in profondità ma anche luce e colori strabilianti all’interno. La Grotta di Aci è una cavità piuttosto piccola, ma caratterizzata da un intreccio di mini gallerie interne. La bellissima Grotta del Lago si trova nella località dei Dammusi ed è formata da tunnel molto alti, con forme che richiamano quelle di una chiesa e numerosi canali sotterranei non del tutto esplorati. Al suo interno, il ghiaccio si scioglie in estate formando una grande piscina d’acqua fresca, un tempo usata dai pastori per abbeverare le pecore.

Come visitare i luoghi dell’eruzione 1614-1624

Le località più vicine ai luoghi dell’eruzione 1614-1624 sono le cittadine di Maletto, Randazzo, Solicchiata e Linguaglossa. Da questi paesi – in particolare da Randazzo e Linguaglossa – si può partire con le guide alla scoperta della Sciara del Follone. Si tratta di un percorso adatto a mezzi fuoristrada, fino a un certo livello, e poi fattibile soltanto a piedi e con diverse ore di marcia. Non è adatto a chi non è allenato e a chi ha problemi fisici che impediscono lunghe e faticose camminate. Occorre portare con sé le imbragature necessarie a esplorare, se possibile, le grotte laviche.


Autore: Grazia Musumeci