Leonardo da Vinci e l’Etna. Cosa significa? Il grande genio fiorentino è mai stato davvero sul nostro vulcano al punto da studiarlo e lasciarsi affascinare da esso? Bisogna subito dire che Leonardo, proprio per il genio che era, studiò ANCHE le forze della terra, la geologia quando ancora non si chiamava geologia! Si incuriosiva molto riguardo ai “tremori” alle “montagne che sputano fuoco” e al fascino delle rocce. Ma ci fu un incontro tra il grande Leonardo e il grande Etna?
Leonardo e la Sicilia
No, Leonardo da Vinci non capitò mai in Sicilia. Ma non perdeva occasione per leggere materiale che riguardava quest’isola e “le sue montagne di fuoco”. Come dicono i maggiori studiosi del Da Vinci, Leonardo lesse la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, l’Acerba di Cecco d’Ascoli, le Metamorfosi di Ovidio e naturalmente la Divina Commedia di Dante.
In occasione di una conferenza all’Università di Catania, il professor Vecce – grande conoscitore dello scienziato – ha però detto che se Leonardo non venne mai in Sicilia, tuttavia, ne studiò i vulcani. Come? Immaginando tutto ciò che aveva letto in precedenza e cercando di approfondire con altre letture.
Leonardo “vide” l’Etna con gli occhi di altri
Pietro Bembo, grande amico di Leonardo, fece un viaggio in Sicilia e salì sull’Etna registrando le sue impressioni nel trattato “De Aetna” (1493) in cui, tramite dei dialoghi, racconta addirittura di una escursione verso la cima del vulcano durante un’eruzione. Leonardo legge quel libro e probabilmente ha occasione di porre domande all’autore, data l’amicizia. E quel “Mongibello quando le zolfuree fiamme, essendo rinchiuse, per forza rompono e aprono il gran monte, fulminando per l’aria pietra, terra, insieme coll’uscita e vomitata fiamma” lo conquisterà.
Immagina l’Etna quasi come un essere vivente e, anche se non può saperlo, questo si avvicina molto all’idea che gli abitanti del vulcano hanno di esso. Infatti, la gente lo vede come un dio, o come un padre … anzi, una madre!
L’Etna nei quadri di Leonardo
Non avendo mai visto l’Etna, Leonardo non può riprodurla. Ma tramite i racconti e le letture che ha fatto di quei paesaggi e di quelle rocce, si mette alla prova riproducendo un certo tipo di “materiale vulcanico” in alcuni quadri, come ad esempio la “Vergine delle Rocce” ma anche nella famosissima “Monnalisa”.
Innamorarsi della natura
Amare l’Etna significa amare la natura e anche senza averlo mai visto dal vivo, Leonardo riuscì a “vedere” con gli occhi di un innamorato la natura selvaggia di questo nostro vulcano. A raccontarci in dettaglio cosa fosse la geologia per il genio Da Vinci è anche questo articolo pubblicato da IL VULCANICO per mano del vulcanologo Salvo Caffo.
Che dire? Se perfino un genio come Leonardo ha amato e sognato l’Etna, noi che la viviamo da vicino e veramente non possiamo fare altro che ritenerci fortunati.