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Stazzo e Santa Tecla sono due borghi marinari che ricadono, insieme ad altre frazioni, nel comune di Acireale. Il vasto territorio di questa municipalità fa sì che questi paesini siano diversi chilometri lontani dal centro, tanto da sembrare quasi cittadine distaccate. Da Stazzo, Acireale si vede lontanissima. Ma secoli di storia, e soprattutto una comune geografia, li uniscono profondamente. Le lunghe spiagge di roccia lavica che caratterizzano Stazzo, infatti, arrivano fino ai quartieri costieri del centro di Acireale, passando per il territorio di Santa Tecla. Lave molto simili ma che derivano da eventi eruttivi diversi. Protagonista? Sempre l’Etna!

Santa Tecla, l’eruzione e la “diga”

La lava che raggiunse l’attuale località di Santa Tecla è una delle più antiche della storia (conosciuta) dell’Etna. Gli studi riportati dal sito IL VULCANICO ci ricordano infatti che questa vasta lingua di lava raggiunse il mare partendo da una eruzione a bassissima quota, ai piedi del vulcano: cratere Gorna. Parliamo dell’anno 396 avanti Cristo, durante un periodo di scontri navali nel Mediterraneo. L’eco di questa terribile eruzione fece il giro del mondo allora conosciuto, perché fermò l’avanzata delle flotte cartaginesi verso la costa siciliana!

La lava, per riversarsi sulla costa, dovette superare il balzo del promontorio della Timpa, formando vere e proprie cascate di fuoco. Andò infine ad allargarsi a ventaglio, isolando così alcuni specchi d’acqua dal resto del mare. Si formò una vera e propria diga, quindi, che fece avanzare di parecchi metri la linea di costa. Non stupisce quindi che, oggi, passando da Santa Tecla si possano ammirare – a sinistra della strada, se andate in direzione Messina – vaste estensioni di agrumeti situati qualche metro al di sotto del livello del mare!

Il paese di Santa Tecla

scogliera stazzo (2)
scogliere di lava e acque profonde

Su quelle scogliere, nel X secolo, sbarcarono gli eserciti arabi provenienti da Taormina e vi fondarono un primo campo militare. In seguito si formò il villaggio di pescatori, ancora oggi esistente. Fortificato nel XVI secolo con la costruzione di una torretta di lava, riuscì a respingere un feroce attacco piratesco nel 1582 (sette galee e trecento uomini). Il nome del paese fa riferimento a una misteriosa santa del culto greco-ortodosso, ma è più probabile che prenda il nome da Shant Tagh’la, in arabo: luogo di approdo. Nel periodo Normanno tuttavia qui esisteva una chiesina dedicata a Santa Tecla.

Il borgo vive ancora oggi di pesca, sebbene sia divenuto ormai da tempo una nota località turistica estiva. Le spiagge sono piccole, strette e sassose. La più frequentata si trova proprio all’ingresso sud del borgo, sul lungomare detto “Le Cocole”. Un’altra spiaggia si trova a ridosso del porticciolo, ma molti – specie i più giovani – si avventurano lungo le falesie a picco sul mare, intorno alla “garitta” (la torretta medievale).

Stazzo e l’eruzione di Monte Ilice

Per molti anni, a causa di un errore di valutazione, la scogliera di Stazzo è stata erroneamente identificata con l’eruzione del 1329 (Monterosso di Aci Sant’Antonio). Invece si è recentemente scoperto che si tratta di lave molto più antiche, del secolo XI. In quel periodo, infatti, tra il 1030 e il 1060 si formò il cono eruttivo oggi noto come Monte Ilice. La lava emessa da quella frattura raggiunse la costa dove oggi sorge Stazzo formando le meravigliose sculture rocciose sulle quali si affaccia il paese con il suo molo.

Il paese di Stazzo

Per secoli, dopo l’eruzione, la zona di Stazzo rimase disabitata. Le prime tracce umane su quella costa risalgono al XVI secolo, quando venne costruita lì un’osteria con un ricovero per chi andava da Messina a Catania attraversando il fitto e pericoloso “bosco di Aci”. Il paese come lo vediamo oggi iniziò a formarsi solo nel XIX secolo, intorno all’attracco delle barche e alle fornaci in cui si lavorava l’argilla. In siciliano la fornace è detta “stazzuni” da cui “o’ stazzu“, Stazzo, il nome del paese.

Nel primo villaggio esisteva già una chiesa dedicata a San Giovanni Nepomuceno. Su quell’edificio venne realizzato, nel 1908, il tempio attuale che – se osservato dal molo – si presenta con una spettacolare vista dell’Etna alle spalle. L’unica spiaggia di Stazzo, formata da sassi, è quella a ridosso del molo frequentata da famiglie con bambini. Il resto della costa è formato da calette, piccole baie, scogli a strapiombo che in estate i bagnanti rendono comodi grazie alla costruzione di piattaforme di legno. La parte più impervia è anche la più bella, la cosiddetta “Costa delle Cale”, che collega tramite gli scogli Stazzo alla vicina Pozzillo. 

(foto G MUSUMECI)


Autore: Grazia Musumeci