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Nell’anno del Covid, che non è ancora terminato, tutte le feste che comprendono assembramenti sono state sospese, come il Carnevale ad esempio. Già giovedì sarà il Giovedì Grasso che porterà a fine settimana alla festa più pazza dell’anno. Nel 2021 però questa festa non si potrà celebrare secondo i canoni tradizionali, che qui sull’Etna prevedono anche sfilate in costume, parate di carri allegorici e musica per le strade.

Per fortuna rimane la gioia del cibo. E di ricette legate al Carnevale, nella tradizione siciliana ed etnea in particolare, ce ne sono parecchie.  Quel che conta è mangiar tanto e mangiar bene. E se non si potrà smaltire il cenone ballando in strada tra le maschere, pazienza. L’importante è che rimanga l’aria di festa. Anzi … il profumo.

Il Carnevale Etneo

Se nei prossimi anni capiterete sull’Etna in periodo di Carnevale – tra febbraio e marzo – non perdetevi le tante tradizioni che costellano il territorio del vulcano. Il Carnevale di Acireale, storica manifestazione che risale al XVI secolo e che oggi si svolge con giganteschi carri di cartapesta mossi e illuminati dai computer, è il primo richiamo turistico.

CARNEVALE RICETTE ETNA01
FOTO blog.lamiaombra.it

Molto divertente anche il Carnevale di Misterbianco, con i fastosi costumi brasiliani dai mille colori. A Catania città, il centro della festa di Carnevale è il parco Bellini dove i personaggi in maschera si sfidano a colpi di coriandoli. Nei paesini etnei, la tradizione della festa è ancora legata a giochi antichi: le pentolacce da spaccare, per ricevere in dono dolci; le sfilate in costume; le serate danzanti in piazza; la caccia al Re Carnevale e il suo rogo finale.

Il buon cibo di Carnevale

In mancanza della festa in piazza, quest’anno potrete consolarvi con il gusto del Carnevale. Le ricette siciliane, ed etnee in particolare, somigliano in generale a quelle di tante altre località italiane, tra sugo, chiacchiere e carne di maiale. Sull’Etna però, gli ingredienti da esaltare a Carnevale sono sicuramente la salsiccia di Linguaglossa, i “maccaruni cincu puttusa” fatti in casa, i maccheroni tradizionali, la ricotta.

La buonissima salsiccia di Linguaglossa andrebbe gustata secondo la sua ricetta originale: arrostita sulla griglia e condita con semi di finocchio. Ma a Carnevale si fa un’eccezione alla regola e la si cuoce in tempi lenti, a mo’ di stufato, insieme al ragù di maiale che aggiunge gusto al gusto.

Nello stesso sugo di maiale si cucina la pasta fresca fatta in casa. Le signore etnee preparano

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FOTO CARDELLA ricettedisicilia.net

volentieri i lunghi maccheroni “avvolti intorno al fil di ferro”, oppure in alternativa la ricetta venuta dal continente, pasta corta “a cinque buchi”. Il segreto? Creare una pasta che trattenga il più possibile il buon sugo. I dolci sono ovviamente le Chiacchiere di pasta fritta, cosparse di zucchero o cioccolato. Nella versione brontese va bene anche il pistacchio! Ma siamo in Sicilia, e come dolci non possono mancare i cannoli!

Nella versione di Carnevale, i cannoli devono traboccare di ricotta farcita con bucce di arancia candite. In alcune versioni il tutto è addolcito dal miele di Zafferana, prodotto dai fiori di castagno dell’Etna. Ad Acireale è tradizione vendere, per Carnevale, dei biscotti glassati a forma di mascherine colorate.

Piatti particolari da assaggiare

Un piatto particolare da assaggiare viene dalla Valle dell’Alcantara. Situata a nord dell’Etna, il suo territorio fa parte di quello del vulcano, anche se in maniera indiretta. Una ricetta di Carnevale tipica di queste zone è la Faviàta. Si mettono a mollo le fave per una notte, quindi il giorno dopo si cuociono – per un’ora a fuoco lento – insieme a verdure Cavolicelli (le foglie del cavolo selvatico), cipolla, finocchio selvatico, lardo e salsiccia. Si consuma poi con crostini di pane duro, o tostato.

Nel catanese è d’uso mangiare, per Carnevale, la salsiccia anche senza sugo. Si cuoce sulla griglia oppure in padella, con un contorno di verdura Cavolicelli soffritta con aglio e olive nere in poco olio.  In alternativa al sugo di maiale, sempre nel catanese va di moda durante questa festa il “capuliatu”. Si realizza tritando finemente i pomodori essiccati l’estate precedente, con aggiunta di granella di mandorle, aglio, basilico, olio. Il risultato è un pesto dal sapore straordinario! Certamente da provare.

(la foto sopra il titolo è tratta da Martinoragusa.it )


Autore: Grazia Musumeci