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L’Etna è una montagna magica e durante le feste di Natale e Capodanno questa magia si ritrova in antiche leggende che sul nostro vulcano si intrecciano alla storia di Sicilia. Furono infatti i Normanni a portare fin qui le narrazioni emozionanti dei Cavalieri della Tavola Rotonda. E il mitico Re Artù, alla fine, ha avuto la sua avventura anche sull’Etna, raccontata nei secoli dalle voci e dalle gesta dei teatri dell’Opera dei Pupi.

La leggenda di Artù

La leggenda di Re Artù legata all’Etna risale al XII secolo. Secondo questa versione – ispirata a quella anglosassone – il re, dopo l’ultima battaglia, decide di far riparare la sua famosa spada Excalibur e per farlo si reca nel luogo in cui gli dei del fuoco e del ferro vivono e lavorano.

Artù raggiunge quindi l’Etna, insieme alla sorella Morgana, e attende nella notte che i fabbri divini usino il magma incandescente per aggiustare la lama della spada. Nell’attesa si addormenta. Quando si sveglia l’indomani la spada è riparata ma il paesaggio tutto intorno al vulcano è talmente bello e paradisiaco che il re decide di rimanere per sempre. Fa costruire quindi una reggia sul fondo del cratere, dove trascorrerà la sua vecchiaia. La sorella Morgana invece troverà un rifugio al centro della Sicilia.

Sempre secondo la leggenda, ogni tanto Artù si allontana per tornare a visitare la sua Inghilterra ed è in quelle occasioni che l’Etna ne approfitta per scatenare tutta la sua potenza distruttiva.

La narrazione dell’Opera dei Pupi

Così come le gesta dei Paladini francesi, anche la versione siciliana della leggenda di Re Artù è stata tramandata per secoli dal teatro dell’Opera dei Pupi.

Nel catanese, i teatri dei pupi più importanti sono quelli di Catania e di Acireale.

A Catania, i pupi sono di grandi dimensioni e vengono manovrati con ferri corti essendo molto più pesanti e quasi a misura d’uomo. Nella tradizione di Acireale, invece, i pupi sono di dimensioni da marionetta standard ma sono più leggeri e snodabili rispetto a quelli catanesi, il che consente anche più libertà di movimento. A Catania, la tradizione dei pupi è storicamente quella dei Fratelli Napoli, mentre ad Acireale i teatri sono affidati alle famiglie Macrì e Grasso.

Incontrare Artù sul vulcano

La leggenda di Re Artù sull’Etna si compie ancora oggi nel mistero della presenza di un fantasma. Pare infatti che il re, ogni tanto, ami cavalcare tra i boschi e le sciare del vulcano e che sia possibile sentire gli zoccoli del suo cavallo – naturalmente di notte! – tra le contrade.
Per incontrarlo dovreste regalarvi una serata in un rifugio tra i boschi oppure affrontare i sentieri tra le lave antiche al buio, con le torce.

La cosa non è molto consigliabile in inverno, a meno che non andiate in compagnia di una guida che sappia il fatto suo. Ma se non vi capiterà di incontrare lo spirito del re, non siate tristi … se Artù non è sull’Etna significa che il vulcano entrerà presto in eruzione. E lo spettacolo della lava, di notte, è certamente più affascinante di un fantasma sbiadito che corre nell’ombra!


Autore: Grazia Musumeci