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Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) è forse uno dei più importanti e poliedrici intellettuali tedeschi di ogni tempo, famoso non solo per i suoi scritti ma anche per le esperienze vissute. E tra quelle esperienze vi fu un fortunatissimo “viaggio in Italia” che lo condusse anche all’Etna. Tra i personaggi famosi che hanno visitato il vulcano, Goethe fu forse quello più generoso in descrizioni e sensazioni. E non stupisce, dato il suo talento.

Goethe: l’uomo e lo scrittore

Nato a Francoforte da una famiglia di tessitori, alla giovanissima età di dieci anni visse l’esperienza della occupazione francese della sua città. Furono anni di tensione, ma anche di scambi culturali e proprio grazie al teatro francese il piccolo Goethe si appassionò alla scrittura. La giovinezza trascorse tra studio (conosceva tre lingue) e viaggi, mantenendo sempre una corrispondenza fitta con la sorella Cornelia alla quale lo univa un affetto profondo.

Visse tra Lipsia e Strasburgo, cimentandosi continuamente in nuove esperienze. Si laureò in legge, iniziò a scrivere le prime novelle e si occupò anche di arte, di critica e di giornalismo. Tra il 1786 e il 1788 ripetè il viaggio già intrapreso da suo padre da giovane, andando a conoscere da vicino i luoghi più belli d’Italia.

 

Goethe in Sicilia

 

Nel corso del 1787, Goethe si trovò a viaggiare tra Napoli e la Sicilia. La nostra isola doveva essere solo una tappa breve, con soggiorno a Palermo, ma lo scrittore fu talmente conquistato dalla natura selvaggia e dalla gente passionale che prolungò il soggiorno. Esplorò la Sicilia quasi totalmente, soffermandosi anche nelle zone interne come Agrigento e Caltanissetta.

Giunto sulla costa, rimase affascinato da Taormina e da quel maestoso vulcano gigante che si stagliava sul suo panorama. Diresse il proprio tour verso Catania, descrivendo con dovizia di particolari le “rocce d’Aci”, cioè Aci Castello, e l’elegante centro storico del capoluogo etneo. Ma la sua curiosità lo spinse a tentare l’avventura, giungendo fino ai piedi dell’Etna.

Salita all’Etna

“Ciò che si presentava innanzi a noi dalla parte della montagna: le masse di lava in primo piano, le vette gemelle dei Monti Rossi a sinistra, e di rimpetto a noi la selva di Nicolosi, sopra la quale si ergeva il cono dell’Etna ricoperto di neve e leggermente fumante”.
In una splendida giornata, Goethe, insieme al pittore Kniep e ad una guida salirono da Nicolosi verso la cima dell’Etna usando come mezzo di trasporto dei muli. Lungo la via, ammirò “lave non ancora domate dal tempo” (probabilmente quelle del 1669). E ancora: “Blocchi e lastre frastagliate ci presentavano le loro masse irrigidite, attraverso le quali le nostre cavalcature si aprivano a caso un sentiero. Giunti alla prima vetta d’una certa importanza, abbiamo fatto sosta”.

A causa dell’improvviso maltempo che si accumulò sul posto, preferirono non proseguire oltre e non raggiunsero mai, di fatto, il cratere sommitale – allora, appunto, era soltanto uno. L’esperienza però fu per il giovane scrittore molto intensa.
Fu dopo quest’avventura che, sulla nave del ritorno salpata da Messina, Goethe scrisse la famosa frase: “Non è possibile formarsi un’idea giusta dell’Italia senza aver visto la Sicilia: qui sta la chiave di tutto”.

 

Il ricordo di Goethe

In ricordo della visita di un personaggio tanto famoso, quasi ogni località della Sicilia vanta lapidi e targhe che ne ricordano il passaggio o il soggiorno.

Il paese di Nicolosi ha dedicato allo scrittore un vero e proprio monumento  (QUI), situato ai piedi della pineta dei Monti Rossi, dove sul nero della roccia lavica è inciso il ricordo dell’avventura di Goethe alla scoperta del nostro vulcano Etna. (FOTO DI G.MUSUMECI)


Autore: Grazia Musumeci