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L’Etna è un vulcano particolare. Non soltanto perché riassume le caratteristiche di tutti i vulcani della Terra in uno solo, ma anche perché è sempre alla ricerca di un cambiamento. E’ come se non bastasse mai quello che ha e volesse di più! Infatti non ha soltanto un cratere ma cinque … e non è detto che si sia fermato qui.

In principio era il Cratere Centrale

Per secoli l’Etna ha avuto un solo cratere sommitale, quello che molti oggi chiamano “il Centrale” ma che di fatto non esiste più. Eppure, nonostante avesse una grande bocca eruttiva in cima, nei secoli moltissimi crateri minori si sono aperti comunque sui suoi fianchi. A causa di collassi interni e di eruzioni precedenti che lo avevano riempito di materiale vulcanico, il cratere Centrale era quasi del tutto tappato a inizio XX secolo. Così, tra il 1911 e il 1917, su uno dei suoi fianchi si aprì un secondo sfogo.

Tre nuovi crateri in 60 anni

Era appena nato il cratere di Nord Est, caratterizzato dalla particolare potenza delle sue emissioni. Tutt’oggi questo cratere è quello che causa le eruzioni più spettacolari e violente. Ma non era ancora abbastanza e l’Etna ha continuato a scavare nuove aperture: nel 1945 un piccolo foro dentro il diametro del vecchio cratere Centrale sprofonda fino a diventare un pozzo enorme, la Voragine, e nel 1968 si spacca quel che ancora restava del Centrale dando vita alla Bocca Nuova, con un’eruzione talmente potente da finire sui giornali di mezzo mondo!

 

E non è ancora finita …

Nonostante ben tre crateri attivi e aperti sulla cima, c’era ancora spazio per ulteriori condotti lavici e nel 1971 sul lato orientale della base dell’ex Centrale si apre il “piccolo” cratere di Sud Est che tuttavia cresce rapidamente e sarà lui a produrre il numero maggiore di eruzioni del XX secolo! Nel 2007 un piccolo foro sul fianco del Sud Est dà vita al Nuovo Cratere Sud Est (conosciuto anche con la sigla inglese di NSEC) che in meno di quattro anni supera, in altezza, tutti i “fratelli maggiori”! Credete sia finita? No! L’Etna sta aprendo, anno dopo anno, nuovi buchi, scientificamente chiamati “pit craters”, che un domani potrebbero dar vita a nuovi crateri sommitali. Attualmente ne sono stati individuati tre, nel Sud Est, dentro il Nord Est e di recente dentro la Voragine. I vulcanologi li chiamano affettuosamente “puttusiddi” (buchini, in dialetto siciliano) ma chissà quali grandi sorprese ci possono riservare…? Finché sono ancora innocui approfittatene e venite a scoprirli con le nostre escursioni


Autore: Grazia Musumeci