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Quando si vive in un territorio pericoloso, dove la natura domina l’uomo continuamente, affidarsi al divino diventa abitudine di tutti. E il grande vulcano Etna è costellato di santuari, proprio perché la fede popolare ha sempre trovato “patroni” a protezione contro la furia della natura. Principalmente, ci si affida alla Madonna. I santuari dedicati alla Vergine Maria sono ovunque, intorno all’Etna. Questa e altre devozioni possono diventare anche un itinerario turistico, per chi ama il turismo meno avventuroso e più legato alla cultura tradizionale. Ecco cinque santuari che vale la pena vedere.

Trecastagni

I “Tre Casti Agni” che danno il nome al paese sul fianco sud dell’Etna sono proprio i protagonisti di uno dei santuari etnei più amati. Costruito nel XVII secolo e dedicato ai tre “agnelli martiri”, i fratelli Alfio, Cirino e Filadelfo, questo luogo è una cartolina di bellezza naturale e architettonica. La splendida chiesa, in pietra lavica, si staglia sul lato di una grande piazza con vista spettacolare sull’Etna!
Dentro la chiesa, ricchissima di decori preziosi, sono custodite le statue dei tre santi fratelli che più di una volta avrebbero protetto il paese dalla furia della natura vulcanica. La chiesa venne realizzata per dare degna custodia alle reliquie dei tre martiri ritrovate nel 1517 a Lentini e qui traslate nello stesso anno.

Madonna di Valverde

La narrazione vuole che il criminale Dionisio, nell’anno 1038, fu fermato da una voce misteriosa poco prima di uccidere un viandante. Era la voce della Madonna che non soltanto fermò il delitto ma portò il brigante alla conversione. Con i soldi rubati in passato, l’ex bandito decise di costruire un santuario alla Vergine e furono uno stormo di gru a indicargli il luogo, “in Vallis Virdis” appunto.

Oggi, le gru sono il simbolo del comune di Valverde (provincia di Catania), splendido belvedere affacciato sull’Etna e circondato dal verde di agrumeti e frutteti. Il paese sorge intorno a questo santuario medievale, ricostruito nel XVIII secolo con la forma attuale che comprende un loggiato e una torre campanaria. Diversi miracoli sono stati operati intorno a questo santuario: una fonte d’acqua scaturita dal nulla, in zona Carminello, e un quadro misteriosamente impresso su un pilastro di pietra da un fascio di luce. Quadro ancora oggi visibile al centro della chiesa.

Il santuario e il quadro sono tutt’oggi esistenti e mete di pellegrinaggio.

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Madonna della Vena

La Vena

Situato in territorio di Piedimonte Etneo, a cavallo tra il versante est e quello nord dell’Etna, questo piccolo santuario dedicato alla Madonna della Vena d’Acqua (o semplicemente “La Vena”) deve il nome a una leggenda.

Secondo la tradizione santa Silvia, madre di papa Gregorio I, aveva dei possedimenti su questo fianco del vulcano. Una missione di frati basiliani di Mascali, voluta qui proprio da papa Gregorio, decise di commissionare l’immagine di una Madonna, la Madonna Glicofilusa, che giunse sull’Etna a dorso di mulo. Pare che proprio il mulo, fermandosi di colpo e battendo con lo zoccolo sul terreno lavico, abbia fatto scaturire una misteriosa fonte d’acqua indicando così il luogo dove la Madonna voleva il suo santuario.

Da quel giorno del lontano VI secolo, molti eventi hanno trasformato il territorio e l’architettura del santuario. Ma il ruscello misterioso sgorga ancora da una roccia di fianco alla chiesa e molti vengono ad attingervi considerando quest’acqua miracolosa.

San Placido a Biancavilla

Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, fu innalzata nel comune di Biancavilla (versante ovest dell’Etna) una chiesa dedicata a Santa Caterina di Alessandria, inglobando all’interno un altarino molto più antico contenente l’immagine di San Placido patrono del paese.

L’edificio venne ampliato nei tre secoli successivi, cambiando radicalmente la forma (da croce greca a croce latina, da soffitto ligneo a soffitto a botte in muratura) e aggiunse anche una torre campanaria prima non prevista. Con i suoi notevoli 50 metri di altezza, questo campanile resta – ad oggi – il più alto della provincia di Catania. Se l’esterno rosato della chiesa richiama l’arte classica, dentro è una festa barocca che si esprime negli altari della Madonna dell’Elemosina, nella cappella di San Placido e nelle tele settecentesche che si susseguono nelle navate.

Da notare il meraviglioso tetto a cocci ceramicati dipinti che copre l’unica guglia del campanile.

Mompileri

Terminato il giro, torniamo sul versante sud. A Mascalucia, appena fuori dal centro del paese, sorge un grande spazio sacro, il tempio della Madonna della Sciara a Mompileri.

Oggi troverete una grande chiesa di pietra lavica affacciata su un anfiteatro moderno che ospita spesso raduni di pellegrini, con strutture di accoglienza annesse. Il panorama che si gode da questa chiesa, sia sulla costa che sull’Etna, è spettacolare. Ma ancor più spettacolare è la chiesetta sepolta che si trova scendendo diversi metri “nella pancia” della colata lavica poco distante.

L’eruzione di cui questa lava è testimone è quella del 1669, che seppellì per intero l’antico borgo di Mompileri. Quasi un secolo dopo, nel 1704, una persona del luogo insistette con gli abitanti del nuovo borgo (chiamato Massa Annunziata), affinché si scavasse nella roccia vulcanica almeno alla ricerca della chiesa antica. Dagli scavi riemerse, miracolosamente intatto, il simulacro della Madonna delle Grazie situato tra le colonne dell’antico transetto (ancora oggi visibili) della chiesa sotterranea. Il quadro della Madonna, invece, è custodito nella cappella apposita costruita nel cortile della chiesa nuova. (LE FOTO SONO DI GRAZIA MUSUMECI)


Autore: Grazia Musumeci