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Come tutti i borghi siciliani, anche Ragalna ha un doppio nome: da un lato legato alla leggenda, dall’altro alla storia. Sicuramente derivato dall’arabo, Ragalna significa probabilmente “casale (rach) di Hanna”. Ma i più romantici preferiscono pensare alla fusione di due parole, sempre arabe: raag (deserto di roccia) e al’na (vento), ovvero “luogo ventoso delle rocce”. Certamente Ragalna è oggi arrampicata al fianco sud dell’Etna, in un territorio che fino a non molto tempo fa doveva essere effettivamente pietroso e arido. Oggi invece è una piccola oasi verde, amata soprattutto dai residenti della vicina Paternò e di Catania.

Storia di Ragalna

Ragalna conta meno di 5000 abitanti e si trova a 830 metri di altezza, tra colline coperte di boschi verdi e il panorama gigante dei crateri dell’Etna alle sue spalle. Inizia ad esistere intorno a un monastero normanno, nel XII secolo. Quindi diventa un feudo che passa di famiglia in famiglia, ruotando intorno ai possedimenti dei nobili principi Moncada.

Nel 1780, il piccolo borgo di Ragalna venne minacciato seriamente da una eruzione dell’Etna. Qui si verificò il miracolo delle reliquie di Santa Barbara, portata in processione da Paternò. La lava si fermò prima di travolgere il paese. La popolazione di Ragalna aumentò durante la II Guerra Mondiale, quando per sfuggire ai bombardamenti su Paternò, buona parte della popolazione fuggì in montagna. Alcuni poi vi rimasero per sempre. Nel 1985 diventa comune autonomo distaccandosi dopo cinque secoli dal territorio di Paternò.

Cosa vedere a Ragalna e dintorni

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photo Google Maps

Il centro storico di Ragalna è piccolino e raccolto intorno alla ottocentesca Chiesa del Carmelo, il cui campanile sfida le vette del vulcano Etna. Un’altra chiesa importante per il paese è la parrocchia Santa Barbara (1936). Ma la bellezza di Ragalna è racchiusa per lo più nel suo territorio, ricco di meraviglie della natura.

In zona Serra La Nave, già dentro il Parco dell’Etna, si può visitare la Grotta di Santa Barbara. Nell’ex Villaggio San Francesco si apre invece la grotta omonima. Molto bella anche Grotta della Catanese, una galleria lunga 20 metri con soffitto a sesto acuto.

Parco Nuova Gussonea, si trova poco sopra il paese, a 1700 metri sul fianco sud dell’Etna. Si tratta di un parco botanico aperto nel 1979 per preservare e mettere in mostra la tipica flora vulcanica e le particolari formazioni rocciose create dalla lava. Non perdete una visita all’interessante Museo del Palmento Arena, che illustra come si lavora l’uva per dar vita ai buonissimi vini dell’Etna.

Se vi trovate a Ragalna è d’obbligo una visita al centro medievale e barocco di Paternò (chiesa di Santa Barbara, Castello) e al sito delle Salinelle, i vulcani di fango che sorgono a pochi passi da questa città.

L’osservatorio astrofisico

Ricade nel territorio di Ragalna la sede dell’Osservatorio Astrofisico. Nella contrada Serra La Nave, a oltre 1700 metri di altezza, l’osservatorio fu inaugurato nel 1966. Oltre alle strumentazioni moderne e alla ricerca di astronomia, l’osservatorio effettua molti eventi per le scuole.

Circondato da boschi di querce e di castagni, con la presenza particolare di faggi e betulle, è frequentato da astronomi professionisti.  Sono loro a gestire le visite e le spiegazioni guidate per i visitatori, che possono partecipare alla osservazione di luna, stelle e anche sole – durante il giorno. Non lontano dall’Osservatorio, si apre il pianoro di Piano Vetore da cui è possibile godere di spettacoli eccezionali durante le eruzioni dell’Etna.

Come arrivare a Ragalna

Da Catania, Ragalna si raggiunge percorrendo la storica Statale 121 – che collega la Sicilia orientale a quella occidentale. Dopo Paternò, si esce a Ragalna o al vicino svincolo Scalilli. In autostrada (A19 Catania-Palermo) l’uscita è Gerbini.

Chi arriva da Messina e Taormina deve seguire l’autostrada A18 fino a Catania, quindi immettersi nella tangenziale e seguire le indicazioni per Paternò e per la SS 121.

L’aeroporto di riferimento è sicuramente Fontanarossa di Catania.

LE FOTO SONO: di comune.ragalna.ct.it (foto sopra il titolo) e Google Maps.


Autore: Grazia Musumeci