Cerchi un transfer affidabile da/per Aeroporto?

TRANSFEERO® - Transferimenti affidabili in tutto il mondo

Ragazzi, ciò si chiama SFIORARE L’IMPOSSIBILE” dice la voce, con il fiatone, mentre il video inquadra una enorme nuvola nera che aleggia sopra i crateri sommitali dell’Etna. La voce continua, con la paura che vibra nelle corde vocali: “Guardate questo nuvolone, eravamo proprio a due passi e menomale che avevamo una guida bravissima che ci ha detto cosa fare“. Questa è la testimonianza più viva del parossismo dell’Etna avvenuto la mattina del 2 giugno 2025, con un inizio in sordina (le solite fontanelle di lava verso le 5 del mattino) e un finale spaventoso: un flusso piroclastico derivato dal crollo parziale del Cratere Sud Est (SEC). C’è chi ha visto tutto dalla costa, con le fotocamere in mano. C’è chi, come i nostri escursionisti, era in quota a vedere tutto da vicino. E anche stavolta è stato solo una enorme meraviglia, senza vittime.

Cosa è successo

etna 2 giu
PHOTO BY GO ETNA

Da mesi, l’Etna ci aveva abituati a simpatiche eruzioni innocue. Qualche boato, piccole  esplosioni, colonne di lava spettacolari … e niente di più. Eruzioni “turistiche”, le chiamiamo da queste parti. Oggi, 2 giugno, sembrava l’ennesima eruzione turistica. Le fontane di lava sono iniziate prima dell’alba… silenziose, delicate. Poi man mano che la mattina avanzava, aumentava anche la potenza eruttiva. Una colata di lava è partita dal SEC dirigendosi, come sempre, in Valle del Bove.

Infine, è iniziata la degassazione e la potenza esplosiva. Una colonna di vapore e cenere, molto alta, si è elevata molto oltre i crateri sommitali, mentre il magma sgorgava con sempre più pressione dalle tante fratture del Sud Est. Quando però la struttura del cratere ha ceduto, sul lato settentrionale, c’è stato il crollo improvviso. Un gigantesco flusso di fango, rocce, fuoco e ghiaccio sciolto ha percorso a velocità incredibile il pendio verso la conca detta Valle del Leone, scaraventando la pericolosissima corrente piroclastica da lì fino in Valle del Bove, prima, e poi in cielo.

Un enorme fungo di detriti si è alzato, visibile da tutta la Sicilia orientale. E la cenere ha cominciato a cadere sul versante occidentale (Bronte, Adrano, Pedara), mentre il vulcano tornava lentamente… molto lentamente… alla calma.

Chi ha corso pericoli?

Di fatto nessuno ha corso pericoli. Perchè ogni volta che l’Etna è in eruzione, la cima del vulcano viene interdetta ai visitatori e si bloccano le salite in funivia e in navetta.

Alcuni escursionisti, accompagnati dalle guide, erano in quota salendo da sentieri ben distanti dal teatro dell’eruzione. Di solito è consentito salire dai fianchi del vulcano per “affacciarsi” sulla Valle del Bove, a distanza di sicurezza. Quando il cratere Sud Est è collassato e il flusso piroclastico ha preso la pendenza sollevando un nuvolone di detriti, gli escursionisti hanno corso il rischio di trovarsi travolti da fumi pesanti da respirare… ed ecco il motivo per cui sono corsi via, portati in salvo dalle nostre bravissime guide. Non avrebbero comunque rischiato di morire perchè nessuno si trovava a ridosso dei crateri, in quel momento.

Non hanno corso nessun pericolo le città e i centri abitati pedemontani. Le case abitate più vicine al teatro eruttivo si trovano a 20 km di distanza e sono ben protette da speroni rocciosi, colline, crepacci e vallate. Era praticamente impossibile che quel flusso raggiungesse un centro abitato.

L’Etna deve fare paura?

etna 2 giu
PHOTO GUIDO LEONARDI

L’Etna è un vulcano. E con i vulcani non si gioca. Ma non deve fare paura più di tanto. Deve incutere timore, certo, inteso come rispetto. Le forze selvagge della natura ci ricordano che noi uomini siamo NIENTE e per questo vanno rispettate. Ma non si deve avere paura di un vulcano tre volte più alto del Vesuvio e quattro volte più alto dello Stromboli, monitorato continuamente dagli uomini e dalle donne dell’INGV e illustrato da guide preparate e competenti che sanno sempre dove e come mantenere i turisti al sicuro.

L’Etna fa paura solo quando ci si avventura sul suo territorio da “ignoranti”, ovvero senza conoscerlo. O da “arroganti”, ovvero credendo di saperne di più di chi ha le competenze. Chi osa sfidare il vulcano, quello sì che deve avere paura. Perchè va incontro a pericolo certo.

Una considerazione finale

Permetteteci di fare una considerazione finale, da persone che vivono da sempre sotto l’Etna e lavorano con esso. Vivere con un vulcano, convivere con i suoi umori, significa imparare a conoscerlo come uno “di famiglia”.

Significa annusare l’aria e sentire il pericolo che arriva anche senza segnali evidenti. Noi che viviamo ai piedi del vulcano non siamo “pazzi”, nè “stupidi”, né “incoscienti”.

I nostri antenati hanno scelto l’Etna perchè l’Etna dà nutrimento e riparo, prima che distruzione. E noi, seguendo l’esempio dei nostri padri e nonni, con il vulcano ci “parliamo”… lo sentiamo… lo capiamo. Non ci fa paura vivere ai piedi del vulcano. E non siamo “disgraziati” per questo. Vivere sull’Etna, e ammirare la sua potenza anche con episodi come quello di oggi, è un privilegio. (LE FOTO SONO DI GO ETNA E DI GUIDO LEONARDI)

 


Autore: Grazia Musumeci